Bitpanda Technology Solutions: uno sguardo all’adozione cripto in Europa

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Da Bitpanda

Nel 2025, il mercato delle criptovalute continua a prosperare, spinto dall’interesse dei media mainstream e da un crescente riconoscimento istituzionale. Un segnale chiaro arriva dagli Stati Uniti, dove il governo ha annunciato piani per la creazione di riserve ufficiali in criptovalute. In Europa, l’introduzione del regolamento sui mercati delle cripto-attività (MiCAR), il primo quadro normativo unificato per il settore, sta favorendo l’adozione anche da parte della finanza tradizionale. Se da un lato questi sviluppi alimentano un rinnovato ottimismo per il settore degli asset digitali, dall'altro sollevano interrogativi cruciali: come stanno reagendo gli investitori europei? E, soprattutto, quali scenari si delineano per l’adozione delle criptovalute nel Vecchio Continente?

Lo studio sull’adozione delle criptovalute condotto da BTS e Zeb Consulting ha raccolto le opinioni di 10.000 investitori in 13 Paesi europei, offrendo uno sguardo approfondito sul modo in cui investitori e istituzioni stiano contribuendo alla diffusione delle criptovalute nella regione. Il rapporto evidenzia informazioni chiave, come lo stato attuale degli investimenti cripto in Europa, i fattori che determinano l'adozione da parte dei privati e delle istituzioni e le sfide che le realtà finanziarie devono considerare in un mercato in continua evoluzione.

Punti chiave del report:

  • 25.000 miliardi di euro in asset liquidi in Europa: con 411 milioni di investitori privati e istituzionali, l’Europa rappresenta un’enorme opportunità per l’adozione degli asset digitali.
  • L’adozione delle criptovalute è in crescita: 1 investitore retail su 7 detiene cripto, il 12% intende investire e il 50% degli investitori ad alto patrimonio ha già investito o pianifica di investire.
  • Oltre la speculazione: il 43% investe in cripto per crescita a lungo termine o diversificazione, segnalando un approccio più strategico.
  • La percezione sta cambiando: il 33% degli investitori retail considera le cripto come una classe di asset unica e l’interesse si sta ampliando oltre Bitcoin.
  • Carenze di conoscenza e percezione del rischio: il 47% segnala conoscenze limitate e il 42% considera le cripto ancora troppo rischiose.
  • Europa centrale e orientale in crescita: Regno Unito, Germania e Francia in testa per volume, ma Polonia e area CEE mostrano una crescita prevista del 5,8% CAGR entro il 2027.

Il mercato degli investitori europei

Uno dei principali risultati emersi dallo studio riguarda la forza del mercato europeo degli investitori: circa 411 milioni di investitori privati e istituzionali detengono oltre 25.000 miliardi di euro in asset liquidi.

Regno Unito, Germania e Francia sono in testa alla classifica per volume complessivo di investimenti, con 15.700 miliardi di euro in asset liquidi. Nel frattempo, la Polonia e l’Europa centrale e orientale (CEE) si stanno affermando come mercati ad alta crescita, con un tasso annuo composto (CAGR) previsto del 5,8% entro il 2027.

La crescente domanda di criptovalute

Gli investitori retail europei dispongono delle risorse finanziarie per diventare attori rilevanti nel mercato degli asset digitali, in un contesto di crescente interesse verso le criptovalute:

  • L’80% degli investitori retail ha detenuto criptovalute tra il 2015 e il 2024
  • Circa 1 investitore retail su 7 detiene attualmente criptovalute
  • Il 12% degli investitori retail intende investire in criptovalute in futuro
  • Il 50% degli investitori ad alta disponibilità (con un patrimonio liquido superiore a 100.000 €) ha già investito in criptovalute o prevede di farlo

Criptovalute: cambiano le percezioni

Gli investitori retail intervistati guardano con favore agli asset cripto, riconoscendone il potenziale e le opportunità di crescita. Tuttavia, gli investitori privati si mostrano più cauti nelle loro attività di investimento rispetto alle controparti aziendali. Queste ultime, infatti, registrano una quota combinata del 40% tra chi ha allocato capitali in criptovalute, attualmente o in passato, contro appena il 15% degli investitori privati.

Nel complesso, emerge un forte interesse verso le criptovalute come opzione di investimento per il futuro:

  • Il 33% degli investitori retail riconosce le criptovalute come una classe di asset unica
  • Solo il 15% degli investitori retail è pienamente convinto che Bitcoin sia l’unica criptovaluta rilevante
  • Il 29% degli investitori retail considera altre criptovalute come rilevanti, segnalando una certa apertura e flessibilità negli investimenti

Nonostante la crescente apertura verso le criptovalute da parte degli investitori retail, il 67% resta ancora fuori dal mercato, senza investimenti attivi o intenzioni future in questo ambito. Questo margine di crescita rappresenta un’occasione strategica per le istituzioni finanziarie: informare, rassicurare e guidare gli investitori verso un accesso più consapevole agli asset digitali.

Il patrimonio influisce sull’investimento in criptovalute

Più cresce il patrimonio, più aumenta la probabilità di investire in criptovalute. Tuttavia, il modo in cui gli investitori scelgono di allocarle nei propri portafogli cambia in base alla fascia patrimoniale. Ed è proprio qui che le istituzioni finanziarie possono fare la differenza: chi dispone di un alto patrimonio cerca spesso un’esposizione diversificata, mentre gli investitori retail tendono a destinare alle cripto una fetta più consistente del proprio portafoglio.

Tra gli intervistati, circa il 50% degli investitori retail ha dichiarato di riservare oltre il 20% del portafoglio alle criptovalute. Tuttavia, circa la metà dei portafogli ad alta esposizione cripto appartiene a investitori con un patrimonio liquido inferiore a 100.000 €. Questo dato suggerisce che gli investitori privati più facoltosi tendono a considerare le cripto come uno strumento di diversificazione, mentre quelli con minori disponibilità puntano principalmente a ottenere guadagni rapidi.

L’investitore retail con un patrimonio liquido inferiore a 100.000 € tende spesso ad avere una quota più elevata di criptovalute nel proprio portafoglio. Al contrario, gli investitori ad alto patrimonio (oltre 250.000 € in asset liquidi) tendono a dedicare alle cripto solo una porzione più contenuta del portafoglio.

  • Il 50% degli investitori retail ad alto patrimonio ha già investito in criptovalute, o intende farlo
  • Al contrario, tra gli investitori retail con disponibilità più limitate, la percentuale scende al 30%
  • Circa il 50% degli investitori retail afferma di aver allocato oltre il 20% del proprio portafoglio alle criptovalute

Dalla speculazione all’investimento strategico

Se un tempo l’investitore in cripto era generalmente considerato come uno speculatore in cerca di guadagni rapidi su asset volatili, l’ultimo report evidenzia un bacino di investitori sempre più consapevole. Gli investitori retail europei non si limitano più a inseguire i trend del momento o i movimenti di prezzo: le criptovalute entrano a pieno titolo nelle loro strategie di investimento, grazie anche ai nuovi prodotti offerti dalle istituzioni e a un’attenzione crescente alla diversificazione.

  • Il 43% degli investitori retail ha già scelto, o sceglierebbe, le criptovalute con finalità d’investimento
  • Il 35% opta per le cripto come strumento di diversificazione del portafoglio
  • Solo il 31% degli investitori punta sulle criptovalute per motivi speculativi.

Criptovalute: cosa ne frena l’adozione?

Sebbene molti partecipanti riconoscano le criptovalute come una classe di asset promettente, persistono diversi fattori che generano incertezza e frenano la decisione di investire.

Carenza di conoscenze

Per gli investitori retail, la mancanza di conoscenze rappresenta ancora il maggiore ostacolo all’investimento, un aspetto ricorrente in tutte le regioni coinvolte. Il problema non riguarda solo la poca familiarità con il mondo cripto, ma riflette una lacuna più generale nell’educazione finanziaria degli investitori retail.

  • Il 48% degli investitori retail ha descritto la propria conoscenza generale in ambito finanziario come “limitata”, mentre circa il 40% l’ha definita “di base”
  • Per il 47% degli investitori privati, la “conoscenza limitata” rappresenta uno dei motivi principali per cui esita a investire in cripto

Fattore di rischio percepito

Nonostante l’ampia copertura mediatica positiva degli ultimi anni e i forti movimenti di prezzo di asset come Bitcoin, il 42% degli investitori privati europei considera ancora le criptovalute come un investimento eccessivamente rischioso.

Sebbene il fattore di rischio percepito rappresenti un tema ricorrente a livello europeo, l’atteggiamento degli investitori varia da Paese a Paese. In Polonia, ad esempio, nonostante il rischio elevato venga indicato come uno dei principali ostacoli all’investimento, molti continuano a scegliere le criptovalute: si contano circa 3 milioni di investitori in cripto, a fronte di 2 milioni di conti di investimento tradizionali. Nel 2018, il 14,9% degli investitori polacchi mostrava interesse per gli asset cripto; nel 2024, la percentuale è salita al 22% su scala nazionale.

Incertezze normative

Il 19% degli investitori retail europei considera l’assenza di una regolamentazione chiara come un ostacolo all’investimento in criptovalute. Tuttavia, la ricerca evidenzia che, per molti investitori privati, questo aspetto ha un peso inferiore rispetto a fattori come il rischio percepito e la volatilità del mercato.

Il Regno Unito si distingue dal resto d’Europa: il 29% degli investitori percepisce la mancanza di regole chiare come un ostacolo significativo. Questo dato è riconducibile a un approccio normativo tradizionalmente prudente e al fatto che il regolamento MiCAR non troverà applicazione nel Regno Unito.

Quali sono le implicazioni per le istituzioni finanziarie?

L’integrazione delle criptovalute nell’ecosistema finanziario europeo sta prendendo piede, ridefinendo il panorama economico e aprendo nuove opportunità sia per le istituzioni finanziarie che per gli investitori. Secondo i risultati dell’indagine, il settore cripto è destinato ad avere un impatto rilevante in Europa: 411 milioni di investitori retail hanno un approccio tendenzialmente positivo verso le criptovalute, in un mercato che vale oltre 25.000 miliardi di euro. Il potenziale è enorme e per le istituzioni finanziarie si apre una fase di rapida espansione.

Per sfruttare appieno questo potenziale, è essenziale affrontare alcune sfide, prima fra tutte la scarsa educazione finanziaria. I dati raccolti mostrano che una parte significativa degli investitori necessita di strumenti e informazioni per comprendere meglio le dinamiche e i rischi del mondo cripto. Le istituzioni finanziarie dovrebbero quindi considerare la formazione come leva strategica per favorire l’adozione degli asset cripto su larga scala. In tal senso, l’educazione assume un ruolo centrale nel consolidare la fiducia degli investitori e favorire una crescita sostenibile del mercato cripto.

Cresce l’interesse degli investitori retail: quali sono le prospettive?

L’incremento dell’interesse retail verso le criptovalute evidenzia la necessità di un’infrastruttura d’investimento solida, che faccia da ponte tra la crescente domanda e l’accesso al mercato. Attraverso l’adozione di soluzioni scalabili e sicure, le istituzioni finanziarie possono soddisfare questa esigenza e guidare l’evoluzione del settore.

In Europa, l’adozione delle criptovalute cresce tra privati e aziende, ma molte istituzioni finanziarie continuano a sottovalutare la portata della domanda. Se da un lato l’80% degli operatori riconosce la crescente rilevanza degli asset digitali, dall’altro meno del 50% offre oggi servizi cripto. L’inadeguatezza dell’offerta bancaria tradizionale ha spinto gli investitori retail e aziendali verso soluzioni cripto-native. Tuttavia, il 30% del campione manifesta una chiara preferenza per l’accesso alle cripto tramite operatori bancari regolamentati. Si tratta di una finestra strategica per l’integrazione di servizi cripto che i canali tradizionali non possono ignorare.

Con l’adozione delle criptovalute in costante accelerazione in Europa, le istituzioni finanziarie che scelgono di agire oggi potranno conquistare un ruolo di primo piano in un mercato in forte evoluzione. Bitpanda Technology Solutions mette a disposizione di banche, fintech e piattaforme d’investimento un’infrastruttura solida, scalabile e conforme alle normative, pensata per rispondere in modo sicuro alla crescente domanda. Contattaci per scoprire come le nostre soluzioni possono aiutarti a restare sempre un passo avanti.

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Questo articolo viene distribuito a scopo informativo e non deve essere interpretato come un'offerta o una raccomandazione. Non costituisce una consulenza d'investimento né la può sostituire.

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