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Da Bitpanda
04.04.2025
Benvenuti nel Bitpanda Weekly Wrap, la vostra panoramica settimanale sulle notizie crypto, le tendenze di mercato e i principali movimenti nel mondo della finanza. Questa settimana si è parlato solo di dazi statunitensi: quando arriveranno, come saranno, chi potrebbero colpire, come risponderà il resto del mondo e quale sarà l’impatto sui mercati. Ecco tutto ciò che c'è da sapere sugli ultimi sviluppi nel panorama delle criptovalute.
Il sentiment di mercato è rimasto instabile questa settimana, con gli investitori che hanno chiuso il primo trimestre con un atteggiamento chiaramente prudente. Lo S\&P 500 ha appena registrato la sua peggiore performance trimestrale degli ultimi tre anni, penalizzato dai nuovi dazi del presidente Trump (ne parliamo tra poco), dal calo del Big Tech e da un indebolimento delle prospettive economiche. L’ottimismo che aveva caratterizzato l’inizio dell’anno si è rapidamente affievolito, lasciando spazio a un calo della fiducia dei consumatori e alla crescente percezione che i dati non stiano rispettando le aspettative. Come ha osservato un analista di mercato: “Diventa sempre più difficile restare ottimisti — e il mercato ne sta prendendo atto”.
TL;DR: I mercati hanno chiuso male una settimana difficile e un trimestre ancora peggiore. Con maggiore incertezza all’orizzonte, la maggior parte dei prezzi degli asset resta debole.
Prezzi aggiornati alle 11, 04 aprile 2025
È stata una settimana divisa in due. Nonostante un inizio incoraggiante con qualche recupero azionario, nella seconda metà della settimana i guadagni sono stati quasi completamente annullati. Giovedì mattina, i mercati asiatici ed europei sono crollati: il Nikkei di Tokyo ha perso il 4%, l’Euro Stoxx 50 il 2,5% e il FTSE l’1,5% in apertura. Il sentiment — e le perdite — sembrano destinati a proseguire anche oggi. I maggiori perdenti finora? I titoli statunitensi, in calo del 10% da quando Trump è entrato in carica.
Il dollaro ha toccato il minimo degli ultimi cinque mesi questa settimana, mentre crescono i timori per le conseguenze economiche dei dazi imposti da Trump. Il biglietto verde è sceso di oltre l’1% sia contro l’euro che contro lo yen, mentre i rendimenti dei Treasury si sono avvicinati alla soglia chiave del 4%.
Neanche Ethereum è sfuggito al rallentamento generale. L’attività della rete è diminuita e con essa anche il burn rate di ETH. Il primo trimestre è stato il peggiore per Ethereum dal 2022, sollevando nuovi interrogativi sul ritmo della domanda di spazio nei blocchi e su come ciò influenzi la dinamica dell’offerta di ETH.
Anche Bitcoin non è rimasto immune all’impatto del mercato, scendendo inizialmente a 73.000 EUR prima di stabilizzarsi giovedì. Venerdì mattina mostrava già segnali di ripresa, intorno ai 75.000 EUR.
Mentre i mercati arrancano, un grande player crypto ha annunciato progetti ambiziosi. Circle, la società dietro la stablecoin USDC, ha presentato domanda per quotarsi alla Borsa di New York. Si tratta del secondo tentativo di IPO per Circle, dopo una fusione fallita nel 2022, ma stavolta i numeri sembrano più solidi.
Mercoledì, l’oro fisico ha chiuso ai massimi storici e ha registrato un aumento del 20% dall’inizio dell’anno — il maggiore incremento dal 2020, quando il mondo era in preda alla pandemia.
E ora? La domanda che si pongono i mercati è: “Come risponderà il mondo?” Finora si sono sentite solo dichiarazioni forti, ma nessuna contromisura concreta da parte delle economie colpite… per ora. È difficile valutare l’incertezza, quindi se la situazione dovesse peggiorare, i trader avranno parecchie incognite da gestire.
TL;DR: Incertezza e rischio di nuovi dazi continuano a pesare sui mercati.
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Mercoledì, nel giardino delle rose della Casa Bianca, il presidente Trump ha finalmente annunciato i tanto attesi nuovi dazi. La novità principale è l’imposizione di un dazio base del 10% su tutte le merci importate, con tariffe significativamente più alte per alcuni Paesi.
Il discorso di Trump non si è fatto mancare nulla: ospiti speciali, cartelloni giganti… ma al di là della teatralità, si tratta del più grande cambiamento nella politica estera e commerciale degli Stati Uniti da decenni e del pacchetto di dazi più pesante da un secolo a questa parte. Sebbene i negoziati tra gli Stati Uniti e i principali partner commerciali siano ancora in corso, la minaccia implicita è che le contromisure siano già pronte. L’Unione Europea e la Cina, in particolare, hanno minacciato reazioni rapide se le trattative dovessero fallire.
Secondo l’amministrazione Trump, i dazi dovrebbero stimolare l’industria nazionale e correggere gli squilibri commerciali, ma i benefici richiederanno tempo e investimenti. Rafforzare il settore produttivo interno richiede nuovi impianti e infrastrutture e, sebbene molte aziende americane abbiano dichiarato di essere pronte a investire, le fabbriche non si costruiscono in un giorno.
Come ha sottolineato su LinkedIn il CEO di Bitpanda, Eric Demuth, un rallentamento economico potrebbe persino essere il vero obiettivo di queste politiche.
Qualunque sia la motivazione, lo scenario migliore per i mercati globali sarebbe un esito positivo dei negoziati, con una riduzione dei dazi. Una de-escalation rappresenterebbe un segnale positivo per i mercati e potrebbe aprire una finestra d’acquisto. Tuttavia, se si aprisse un ciclo di ritorsioni tariffarie, i prezzi potrebbero scendere ulteriormente.
Per ora, l’elenco delle aziende potenzialmente colpite è lungo e comprende tutti i settori che importano molto dagli USA ma producono all’estero. Tra questi:
Aziende di moda come Nike e Adidas (Vietnam)
Case automobilistiche tra cui Ford e Jaguar Land Rover (Regno Unito)
Aziende tecnologiche come Apple e Nvidia (Cina)
E, ovviamente, il whisky scozzese
Nel fuoco incrociato: i pinguini. Sembra che nessun uomo né uccello sia al sicuro dai dazi, dato che anche le remote e disabitate isole Heard e McDonald, in Antartide, saranno soggette a una tariffa del 10%. Le isole, tecnicamente territori esterni dell’Australia, ospitano esattamente zero esseri umani, diversi ghiacciai e una robusta popolazione di pinguini. Per arrivarci, serve una spedizione ufficiale, un’autorizzazione e un lungo viaggio in barca da Perth. Si consiglia stomaco forte e una curiosità esistenziale che spesso finisce con il congelamento. I pinguini — presumibilmente contrari ai dazi — non hanno rilasciato dichiarazioni.
TL;DR: Tutta l’attenzione è ora rivolta alla risposta globale ai dazi statunitensi. Più dazi = più incertezza, quindi maggiore volatilità.
Amazon ha presentato un’offerta per acquistare le attività statunitensi di TikTok. Con l’avvicinarsi della scadenza imposta dal governo per la cessione degli asset americani di ByteDance, Amazon ha aggiunto un colpo di scena dell’ultimo minuto che potrebbe dar vita a un nuovo colosso dell’e-commerce. Per ora, l’offerta non viene ritenuta particolarmente solida, ma il passato recente ci ha abituati a sorprese ben più singolari…
L’interesse di Amazon per TikTok ha senso. Il social è diventato rapidamente un attore importante nell’e-commerce, grazie a funzionalità come TikTok Shop che generano vendite significative, soprattutto tra i più giovani.
Integrando la potenza social di TikTok con il proprio vasto ecosistema retail online, Amazon potrebbe aprire nuove fonti di guadagno e alimentare i sogni di migliaia di dropshipper. Una previsione audace: aspettatevi un’ondata di video su YouTube del tipo “come diventare milionario con il dropshipping Amazon (tramite TikTok)” se l’acquisizione andrà in porto.
Il più grande ostacolo all’accordo è la regolamentazione. Amazon è già sotto la lente delle autorità antitrust e l’aggiunta di una grande piattaforma social al suo portafoglio potrebbe peggiorare la situazione.
Per i nostri lettori europei che sentono il bisogno di più ‘discovery e-commerce’, niente paura: pare che TikTok Shop stia per arrivare anche in Europa…
TL;DR: Amazon ha fatto un’offerta per acquistare TikTok per espandere il proprio business online. Se l’accordo si concretizzerà, ci aspettiamo più pubblicità guidata da influencer su TikTok.
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Questo articolo viene distribuito a scopo informativo e non deve essere interpretato come un'offerta o una raccomandazione. Non costituisce una consulenza d'investimento né la può sostituire.
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