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Un byte più verde: l'influenza dell'halving di Bitcoin sulle tecnologie cripto ecosostenibili

Bitpanda Guest Contributor

Da Bitpanda Guest Contributor

halving di Bitcoin sulle tecnologie cripto ecosostenibili

Ogni quattro anni, il Bitcoin subisce una metamorfosi pre-programmata nota come halving, che prevede il dimezzamento delle ricompense per il mining di nuovi blocchi. È il modo in cui Bitcoin fa – letteralmente – il prezioso, rendendosi più scarso, con l'obiettivo di acquisire maggiore valore nel tempo. Ma sotto questa facciata economica si nasconde un potenziale vantaggio ambientale. Con la diminuzione delle ricompense per l'attività di mining, i miner sono spinti ad adottare pratiche più efficienti dal punto di vista energetico per mantenere la stessa redditività. Si tratta di un incentivo discreto, ma che sicuramente funzionerà: dopo tutto, il fine ultimo dei miner di bitcoin è utilizzare la propria energivora potenza di calcolo per realizzare profitti.

Innovazioni "Green Blockchain"

Sia i fan dei bitcoin che gli ambientalisti si trovano spesso a discutere dell'impatto delle criptovalute sulle emissioni di CO2. Tuttavia, concentrandosi esclusivamente sul consumo energetico derivante del mining di Bitcoin, si rischia di perdere di vista il contesto più ampio delle sue dinamiche energetiche.

E non si può certo dire che la community che fa parte dell'universo blockchain sia a corto di cervelli quando si tratta andare al sodo. I costi energetici sono il fattore più importante per il successo delle operazioni di mining ed è proprio qui che la redditività incontra la sostenibilità.

Dai siti di mining a energia solare alle piattaforme alimentate a energia idroelettrica, il settore si sta orientando verso la sostenibilità. E non si tratta solo di sfruttare le energie rinnovabili; anche i progressi nell'efficienza dell'hardware si susseguono, promettendo una sempre maggiore redditività per chilowattora consumato.

L'halving di Bitcoin gioca un ruolo significativo in questo scenario e, per apprezzarne la rilevanza, dobbiamo rivedere l'intero processo di creazione dei blocchi di bitcoin.

Ricompense più basse, maggiore efficienza: cosa aspettarsi dall'halving di Bitcoin

Nella blockchain di Bitcoin, i miner sono in competizione tra loro per generare blocchi trovando un hash che risponda a determinati criteri. Ciò richiede l'esecuzione di miliardi di calcoli di hash al secondo e il primo miner che riesce a trovare un blocco valido viene ricompensato con una determinata quantità di bitcoin - attualmente 6,25 BTC, che si ridurranno a 3,125 BTC dopo l'evento di halving.

Di fronte alla realtà di dover sostenere costi energetici invariati per una ricompensa dimezzata, i miner sono costretti ad adattarsi riducendo il proprio consumo energetico, passando a un hardware più efficiente dal punto di vista energetico o a una combinazione di entrambi. 

Dato che la maggiore efficienza dell'hardware è spesso correlata a un aumento della domanda di energia, assicurarsi fonti energetiche convenienti sarà la priorità principale per i miner dal 2024 in poi. E nel mondo delle fonti energetiche, essere efficienti dal punto di vista dei costi significa – come già avrai capito – essere rinnovabili.

Secondo uno studio pubblicato da MAT Journals, la fonte energetica più economica per il mining di Bitcoin nel 2024 è l'energia eolica offshore, che ha il costo più basso per chilowattora (0,088 $) rispetto alle fonti energetiche oggetto dello studio. Anche altre fonti rinnovabili come l'idroelettrico (0,09 $ per kWh) e il solare fotovoltaico (0,094 $ per kWh) sono competitive ma leggermente più costose dell'eolico offshore.

Detto più semplicemente: la grande migrazione verso l'energia verde è già in corso, con studi recenti che indicano che oltre il 50% del mix energetico di Bitcoin proviene ora da fonti rinnovabili.

La strada verso la sostenibilità: le innovazioni "Green blockchain" in sintesi

In un recente studio, KPMG analizza le dimensioni ambientali, sociali e di governance (ESG) del mining di Bitcoin, evidenziandone il ruolo nel favorire la crescita delle energie rinnovabili attraverso la flessibilità della domanda.

Lo studio illustra come il funzionamento always-on di Bitcoin possa risolvere diversi problemi ambientali, come l'utilizzo dell'energia in eccesso o la conversione delle emissioni di metano dalle discariche in elettricità.

Allo stesso modo, ricercatori del MIT hanno evidenziato la capacità di Bitcoin di mitigare le emissioni dei settori del petrolio e del gas, in particolare catturando e utilizzando il gas naturale in eccesso che altrimenti verrebbe disperso in atmosfera.

Alcuni fornitori stanno già installando sistemi che catturano e bruciano il gas naturale in loco, e l'elettricità generata alimenta le apparecchiature per il mining di Bitcoin. Sebbene sia tutt'altro che a emissioni zero, questo processo permette di riutilizzare energia che altrimenti dovrebbe essere prodotta da altre fonti.

Inoltre, la ricerca dell'efficienza energetica sta stimolando l'innovazione anche per quanto riguarda i protocolli di consenso.

Da energivoro a oculato: consenso proof-of-stake vs consenso proof-of-work

La competizione tra i meccanismi di consenso proof-of-stake (PoS) e proof-of-work (PoW) è fondamentale nella discussione sulle blockchain ecologiche. Il meccanismo di convalida della blockchain PoW mette in relazione le ricompense per la creazione di nuovi bitcoin allo sforzo di calcolo dei miner.

Al contrario, il meccanismo PoS adotta una strategia di risparmio energetico, scegliendo i validatori per forgiare nuovi blocchi in base alle criptovalute che detengono e al loro impegno nell'utilizzare le proprie criptovalute a garanzia del sistema, attraverso lo "staking". Con una mossa significativa, Ethereum è passato dal meccanismo PoW a quello PoS nel 2022, riducendo il proprio consumo energetico di oltre il 90%.

Oltre a quelli PoW e PoS, stanno emergendo nuovi modelli di blockchain come proof-of-space, proof-of-elapsed-time e altri ancora, ognuno dei quali ha il potenziale per ridurre drasticamente il consumo di energia. Man mano che queste tecnologie si evolvono, potrebbero offrire nuovi percorsi per un ecosistema blockchain sempre più verde.

È arrivato quindi il momento di affrontare la vera questione: perché Bitcoin non passa semplicemente al meccanismo Proof-of-Stake per diventare davvero (più) ecologico? A dirla tutta, non si tratta di una decisione così semplice. Il meccanismo PoS, pur essendo innovativo, non è adatto alla filosofia di Bitcoin o ai suoi requisiti fondamentali, ed ecco perché. 

Prima di tutto, adottare il meccanismo PoS significherebbe dare maggiore potere ai nuovi partecipanti rispetto a quelli della prima ora, minando quindi l'equità. Il meccanismo PoS, per la sua stessa natura, incoraggia la centralizzazione; è infatti economicamente più conveniente consolidare le proprie partecipazioni, ma questo contraddice l'obiettivo di decentralizzazione di Bitcoin. 

Quando si rientra nella rete dopo un'assenza, verificare l'effettivo stato della rete con il meccanismo PoS può essere un'operazione complessa e poco chiara, con il rischio di ottenere informazioni errate. Inoltre, un sistema PoS è intrinsecamente meno sicuro in quanto richiede solo un terzo della "potenza di staking" per compromettere potenzialmente la rete, una vulnerabilità che Bitcoin non può permettersi. Mentre il meccanismo Proof-of-Stake si adatta bene a Ethereum in virtù della versatilità delle sue applicazioni, Bitcoin mira ad essere una base monetaria stabile, che dà priorità alla sicurezza, all'equità e alla decentralizzazione, tutti obiettivi per i quali il meccanismo Proof-of-Work è essenziale.

Un futuro più verde all'orizzonte

Se guardiamo oltre l'halving, la prospettiva di un panorama blockchain più efficiente dal punto di vista energetico è allettante. Sebbene rimangano degli ostacoli, come i costi elevati della transizione verso la tecnologia verde e l'inerzia delle pratiche consolidate, il settore sta mostrando segni di un cambiamento di coscienza. 

Mentre miner, sviluppatori e appassionati si preparano per il prossimo capitolo, una cosa è chiara: nei prossimi anni si assisterà probabilmente a un'affascinante convergenza di tecnologia, economia e gestione ambientale, mentre la community blockchain si confronterà con il dilemma energetico. 

In conclusione, l'halving potrebbe essere la spinta di cui Bitcoin e il più ampio ecosistema delle criptovalute hanno bisogno per accelerare la propria transizione ecologica.


David Sievers è un copywriter freelance nonché fondatore di copy.vibe, un network di creativi con sede a Vienna che opera all'intersezione tra marketing digitale, branding e IA. Attingendo al suo ricco bagaglio di esperienza nella comunicazione a tema blockchain, condivide spesso le proprie intuizioni su una serie di piattaforme austriache e internazionali.



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Il presente articolo non costituisce una consulenza in materia di investimenti, né un'offerta o un invito all'acquisto di asset digitali. Il presente articolo è a solo scopo informativo generale e non viene rilasciata alcuna dichiarazione o garanzia, espressa o implicita, e non si può attribuire un valore assoluto, sull'imparzialità, accuratezza, completezza o correttezza del presente articolo o delle opinioni in esso contenute. Investire comporta dei rischi. Assicurati aver fatto le dovute ricerche prima di effettuare qualsiasi tipo di investimento.

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